Una riflessione sul valore della comunità

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In un periodo di protagonismi, grandi potenze che spingono per esercitare influenze, solitudine di tante
persone, è quantomai opportuno che la Comunità diventi tema centrale anche nelle diverse riflessioni di
questa campagna elettorale. Alcuni suoi elementi fondamentali, che si possono trovare anche sul web,
sono: connessione, identità collettiva, scopo condiviso, supporto reciproco.

La connessione, ovvero i legami fra i suoi membri, offre parecchi spunti di riflessione, in una società che si
digitalizza, spesso allontanando la presenza fisica. Questo rende più fluido il concetto stesso di comunità, e chiama a ragionare su quanto il bisogno umano di connessioni profonde e significative rimanga immutato.
Siamo quindi chiamati a esplorare un equilibrio tra il digitale e il reale, dove le comunità si trasformano in
modo irreversibile; se pensiamo all’impegno politico, quanto riusciamo a immaginare modalità diverse di
coinvolgimento delle persone?

Campobase, ad esempio, già oggi punta su un bilanciamento di servizi digitali e spazi, come ad esempio le Circoscrizioni, che possano essere luoghi “dal vivo”. Quante connessioni riusciamo a creare nelle nostre giornate, come riusciamo a guardare dritti al legame, senza che la modalità di contatto diventi un ostacolo?
I social media hanno eliminato le barriere geografiche e dato una risonanza totalmente diversa a
moltissime tematiche, permettendo alle persone di connettersi con altre, indipendentemente da dove si
trovino; tuttavia, la frequente mancanza di contatto umano autentico, di quel calore dato da uno sguardo o anche da una significativa discussione faccia a faccia, può portare a nuove forme di solitudine o isolamento, che stanno emergendo in maniera prepotente, soprattutto fra i più giovani.
Un’altra riflessione si apre poi in merito all’identità, il sentirsi parte di qualcosa di più grande, collettivo, e
su quanto questo concetto sia oggi in crisi

Molti individui infatti si trovano a vivere in contesti culturali o sociali diversi, e a doversi adattare a standard e aspettative in continuo cambiamento, frammentando l’identità, sentendosi costretti a indossare “maschere” diverse a seconda della situazione, sia nel mondo reale che online; paradossalmente, in un mondo così connesso, le persone lottano per trovare la propria autenticità. Tornando sul piano politico, dobbiamo interrogarci su quanto i valori fondanti di qualsiasi movimento siano sentiti, trasmessi, condivisi. Quanto l’identità è attuale e non figlia di un “abbiamo sempre fatto così”? All’interno di una coalizione di centro sinistra, ad esempio, siamo pronti a metterci in gioco per raccogliere tutte le idee nuove per fare sintesi, assieme, ma ben consapevoli dei nostri temi
guida.

Ciò che rimane fondamentale, però, è che valori come la solidarietà, la cooperazione e l’inclusione, che
sono anche cardini di una proposta politica che fa parte della storia del Trentino, che rafforzano le
comunità e garantiscono speranza e benessere a chi ne fa parte, vengano condivisi e rilanciati da tutti.

Arriviamo infine agli ultimi due punti, forse meno problematici, ma non per questo poveri di stimoli:
innanzitutto lo scopo condiviso, che unisce le persone, spesso un obiettivo comune come il miglioramento della propria zona, l’impegno per una causa o il semplice stare insieme.
È fondamentale che lo scopo sia sempre chiarito, ma non deve essere percepito come il fine unico. Anche nell’azione amministrativa, infatti, con comitati, movimenti, associazioni, partiti, si possono raggiungere i più diversi traguardi, ma è necessario ricordare che ogni “squadra”, facendo, impara il significato del supporto in situazioni difficili, vive opportunità di apprendimento reciproco e, soprattutto, la possibilità di affrontare sfide più grandi assieme, come problemi ambientali o sociali.

I social e il web consentono di coordinarsi e agire rapidamente, raggiungendo un pubblico potenzialmente globale, ma non si deve cadere nel tranello delle fake news, dell’odio, della perdita dell’obiettivo che la comunità si è dato; una politica concreta è anche questo.
Ecco che, in questo modo, il supporto reciproco, il sostegno l’un l’altro, sia a livello pratico che emotivo,
prende vita dal “fare” e non rimane confinato in un ideale teorico. Fare, mettere le mani in pasta,
impegnarsi anche nella cura di quella “polis” che viviamo quotidianamente e della quale spesso ci
lamentiamo. Rapporti, relazioni, che ci insegnano a costruire la pace dal nostro quotidiano.

Ecco che queste elezioni, come dice il candidato sindaco Franco Ianeselli, sono occasione di “fare politica”
ed è con questo spirito che le suggestioni emerse in questo breve intervento vorrei fossero l’orizzonte cui
guardare per i prossimi 5 anni perché, come dice un proverbio keniota “da soli si va veloci, ma insieme si va lontano”.

Le sfide della Trento del 2030 ci attendono, da vivere e affrontare, il più possibile insieme.

Michele Anselmi

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